PARCO NOVISAD

Per la costruzione del Novi Park a Modena, il secondo parcheggio sotterraneo più grande d'itlaia, si e svolto una scavo archeologico che ha indagato il deposito sepolto fino a 7,5m di profondità, su una superficie complessiva di 24.000mq.

Dentro il volume di terra scavata vi erano testimonianze archeologiche di età diverse, da quella etrusca fino al secolo XVII, passando per le epoche romana e medievale.
Adesso, fuori vi è il parco archeologico Novi Ark, museo all'aria aperta oggi visitabile in superficie

Il portare da dentro a fuori le testimonianze archeologiche è stato il frutto di una progettazione complessa,  che ha vistointeragire soggetti diversi: committenza, figure istituzionali e figure tecniche.
Le imprese archeologiche coinvolte - le cooperative Archeologia di Firenze e AR/S Archeosistemi di Reggio Emilia, riunite in ATI - facevano parte di quella che potremmo chiamare una "fabbrica si archeologia".
Gli operatori delle due aziende, che desidero ringraziare per il lavoro svolto, wrano, in quella fabbrica, addetti allo stesso compito: portare fisicamente da dentro a fuori, da sotto a sopra, le testimonianze archeologiche, riconoscendole, comprendendole e documentandole nel modo più corretto possibile.

Nella filiera dei BEni archeologici, i tecnici di scavo attivi in cantiere occupano un posto determinante. Il loro mestiere, con le procedure che lo caratterizzano e il complesso organico di regole, principi e criteri che lo regolamentano sotto il profilo sia manuale sia intellettuale, produce quelli che potremmo definire dei "semilavorati". Questi semilavorati necessitano di ulteriori lavorazioni per divenire prodotti finiti.
Essi devono passare in un alto ideale reparto della fabbrica archeologica, dove altri colleghi, dalle diverse competenze, studiano i dati contnuti nel semilavorato, elaborandoli in forme compatibili con la futura eventuale pubblicazione.
Perchè questo è, virtualmente, l'obiettivo finale di ogni intervento di scavo: rendere pubbliche le scoperte.

Gli archeologi delle Soprintendenze, delle Università e delle iprese private hanno ruoli giustamente e sensatamente diversi gli uni dagli altri. In estrema sintesi, ai primi compete la tutela del patrimonio archeologico, ai secondi la formazione di archeologi e la ricerca, ai terzi l'esecuzione di scavi archeologici.
E' necessario che questi ambiti si rinsaldino sempre di più, come anelli di una catena. Occorre avvicinare tra loro le diverse e specifiche competenze, colmare i vuaoti che ancora si percepiscono.
Perche chi opera in questi ambiti diversi condivide il piacere che nel lavoro si scavo archeologico si nasconde: quello di dimostrare, attraverso le nuove scoperte, quanto l'antico possa essere utile al contemporaneo.
Il diletto che si prova nel percorrere una strada fisica o mentale che conduce dall'antichità all'oggi, non può essere privilegio dei soli archeologi: tutti devono a buon diritto poterne usufruire.
E' proprio questo diritto che, col compiersi delle iniziative connesse alla costruzione di Novi Park a Modena, i cittadini si vedono riconoscere.

 

Queste le parole dell'allora presidente, Lorenza Bronzoni, che ci restituiscono un interessante punto di vista di un progetto tanto importante, direttamente dall'esperienza di chi lo scavo lo ha vissuto quotidianamente per quasi 2 anni.