A Modena, in località Cittanova tra il 2020 e il 20221, sono state effettuate le indagini archeologiche a nord del santuario romano indagato tra il 2006 e il 2009 nell’ambito di un nuovo progetto finalizzato alla realizzazione del collegamento autostradale Campogalliano-Sassuolo tra la A22 “Autostrada del Brennero” e la S.S. 467 “Pedemontana”, a nord dell’attuale via Emilia.
L’area indagata, localizzata a circa 17 km da Reggio Emilia e a circa 8,5 km da Modena, si colloca lungo la Via Aemilia, a qualche decina di metri a nord dell’asse stradale attuale. È stato messo in luce un articolato complesso architettonico, composto da una serie di ambienti che si sviluppano intorno a una grande area cortiliva, caratterizzata da livellamenti in ghiaia e laterizi, all’interno della quale erano collocati tre pozzi, un paio di canalette di scolo, una vasca quadrangolare e strutture che indiziano, più a nord, attività di servizio, produttive o artigianali.
Nel settore meridionale, prossimo alla via Emilia, sono stati individuati ambienti parzialmente interrati, dotati di rivestimenti pavimentali e di un impianto di riscaldamento con suspensurae e praefurnium.
Lo studio dei materiali e delle fasi archeologiche è tuttora in corso; tuttavia, da una prima analisi dei dati raccolti, l’ambito cronologico del complesso sembra attestarsi tra il II a.C. e il II sec. d.C., con elementi diagnostici che documentano fasi di spoliazione ancora fino a tutto il IV sec. d.C.
Il nostro ringraziamento va a Cinzia Cavallari, che ha fortemente creduto in questo progetto. Un ringraziamento speciale a Monica Miari, funzionaria della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara e tutto lo staff di Ar/S Archeosistemi Società Cooperativa impegnato sullo scavo (Anna Losi, Glenda Passera, Federico Scacchetti, Massimo Brutti, Giorgia Fontana, Stefano Buffagni, Anastasia Bangrazzi, Luca Lancellotti, Ivano Comini, Claudio Fontanini, Carmelo Triolo, Ezzedine Khalifa, Alessandro Dozio, Ilenia Gennuso e Francesco Poppi).